Trotula De Ruggiero, il Medioevo declinato al femminile

 

Trotula De Ruggiero nacque a Salerno intorno al 1035.

Una donna straordinaria che ha lasciato un segno indelebile nel campo della cura rivolta alle donne; dalla cosmetica alla ginecologia, all’ostetricia, facendo diventare quest’ultime, branche della scienza medica.

Proveniente da una ricca famiglia salernitana proprio in questa città visse Trotula nell’XI secolo e come membro della nobiltà, ebbe la possibilità di frequentare le scuole superiori e di specializzarsi in medicina presso la Scuola Medica Salernitana.

La Scuola Medica di Salerno fu il primo Centro di Cultura non controllato dalla Chiesa e divenne talmente rinomata da essere considerata la prima università d'Europa; qui si traducevano dall'arabo in latino i testi di medicina degli antichi scienziati greci, rendendoli nuovamente accessibili agli studiosi occidentali.

Ci sono quindi due aspetti da evidenziare per spiegare come sia stato possibile per questa donna intraprendere un percorso che era riservato solo agli uomini.

Trotula è vissuta al tempo di Gisulfo II principe longobardo di Salerno, quindi in linea con la cultura longobarda, la donna veniva coinvolta assieme all’uomo nella vita politico-sociale, nella religione e, non di rado, nelle vicende di natura militare.

Il secondo e non meno rilevante aspetto è che la Scuola Medica Salernitana consentì alle donne, a tutte le donne con buona inclinazione, l’accesso al “curriculum studiorum” in medicina e potevano assurgere sia alla docenza che all’esercizio della professione medica.

Sposa un medico, Giovanni Plateario e ha da lui tre figli. I primi due, Giovanni il Giovane e Matteo, saranno entrambi medici e maestri della Scuola salernitana. Il terzo, Ruggiero, è stato probabilmente signore del castello di Montuori.

Durante la sua vita, Trotula fu appellata Magistra Mulier Sapiens e le sue opere erano già largamente note. In tutta l’Europa occidentale erano diffuse più di cento versioni dei suoi manoscritti, a dimostrazione del fatto che fossero abitualmente utilizzati nell’ambito delle scuole mediche locali.

Le sue lezioni furono incluse nel De agritudinum curatione, una raccolta degli insegnamenti di sette grandi maestri dell'università, inoltre collaborò con il marito ed i figli, anche loro medici, alla stesura del manuale di medicina Practica brevis.

Trotula ebbe idee innovative per l’epoca. Considerava la prevenzione l'aspetto principale della medicina sottolineando l'importanza che l'igiene, l'alimentazione equilibrata e l'attività fisica rivestono per la salute. In caso di malattia consigliava trattamenti dolci che includevano bagni e massaggi, in netto contrasto con la pratica del tempo. I suoi consigli erano di facile applicazione e accessibili anche alle persone meno abbienti.

Fu autrice di due saggi il De passionibus Mulierum Curandarum (sulle malattie delle donne) noto come Trotula Maior e De Ornatu Mulierum (sui cosmetici), riguardante le malattie della pelle e la loro cura, noto come Trotula minor.

Il primo saggio tratta di studi legati alla ginecologia, all’ostetricia e alla pediatria. Fece nuove scoperte anche nel campo dell'ostetricia e delle malattie sessuali. Cercò nuovi metodi per rendere il parto meno doloroso e per il controllo delle nascite. Si occupò del problema dell'infertilità, cercandone le cause non soltanto nelle donne, ma anche negli uomini, andando, anche in questo caso, controcorrente.

Parla del corpo della donna come di una cosa bella senza considerarlo peccaminoso o impuro; le mestruazioni, per lei, non sono il segno del peccato originale, ma qualcosa di naturale di cui non ci si deve vergognare.

Nel secondo saggio troviamo nozioni riguardanti la cosmesi, e l’igiene.  Molte, infatti, le ricette cosmetiche che riguardano la pelle, il sorriso, le mani, l’alito, i capelli. Un minuzioso lavoro il cui frutto sono l’analisi e il trattamento di ben 96 piante e derivati, la creazione di 20 preparati di origine animale e derivati, 17 di origine minerale e 6 preparati misti, per un totale di 63 ricette, in grado di ottenere altrettanti rimedi a scopo cosmetico e/o medicinale.

A lei noi donne dobbiamo “l’invenzione” del detergente intimo.

La perfetta miscela di oli ed essenze che si potessero cospargere sulla pelle senza corroderla la ideò grazie ai suoi studi botanici che la portarono a scoprire il potere antibatterico dei petali di rosa.

Pensò, allora, di introdurre nei saponi femminili petali di rose ed essenze (acqua di rosa) provenienti dai roseti del ducato Amalfitano. Il sapone cosi modificato, unito a lavande con bicarbonato, risolveva numerosi problemi femminili, aumentando la carica naturale antibatterica del sapone.

Per Trotula De Ruggiero questi argomenti non rappresentavano un aspetto frivolo della cura della donna, perché per lei la bellezza era il segno di un corpo sano e della sua armonia con l’universo: le erbe medicamentose, le pomate naturali, i bagni, i massaggi erano tutti metodi curativi utili a qualunque donna per vivere in maniera serena il rapporto con il proprio corpo.

Trotula ha una visione olistica della medicina e in questa visione il benessere fisico e psichico ha un ruolo molto importante.

La sua opera fu però vittima di quella cultura oscurantista nei confronti delle donne di cui purtroppo rimango segni ancora oggi.

Dopo i primi secoli di indiscussa popolarità, culminati nel Cinquecento con la pubblicazione della sua opera omnia, anche la memoria di Trotula sarà oggetto di una vara e propria delegittimazione.

I suoi scritti vennero attribuiti ad autori di sesso maschile variando da: un anonimo, al marito e ad un misterioso medico “Trottus”.

La sua figura fu riabilitata verso fine Ottocento da storici italiani per i quali la vita e l’opera di Trotula e l'autenticità delle Mulieres Salernitanae, le Dame della Scuola Medica di Salerno, di cui Trotula è la maggiore esponete, sono incontestabili.

Trotula, che visse mille anni fa, è l’antesignana non solo del ruolo della donna nella società, che trovò nell’ambito della Scuola Medica Salernitana il suo riconoscimento, ma è anche una pioniera nell’ insegnare alle donne un rapporto armonioso con il proprio corpo, trasmette un concetto di salute e di benessere in chiave olistica.

Il nostro corpo riflette quello che siamo, che pensiamo e mangiamo, l’armonia della natura ed i suoi frutti sono la miglior medicina per corpo e mente.

 

Per chi volesse approfondire consiglio Trotula di Pietro Greco, giornalista scientifico e autore. Edito da L’Asino d’Oro.