Economia circolare, l’unico modo per guardare al futuro

 

Si parla e si sente parlare sempre più di frequente di economia circolare, ma che cos’è esattamente?

Secondo la definizione data dalla Ellen MacArthur Foundation “L’Economia Circolare, è un’economia progettata per auto-rigenerarsi, in cui i materiali di origine biologica sono destinati ad essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici devono essere progettati per essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”. 

Come si può chiaramente capire si tratta di un ripensamento totale e radicale rispetto al modello produttivo classico, basato sull’iper sfruttamento delle risorse naturali.

Si chiama circolare perché funziona per cicli, come la Natura.

Dalla terra crescono piante che nutrono animali che quando muoiono si decompongono e nutrono la terra, in cui nasceranno nuove piante. Allo stesso modo in un’economia circolare gli oggetti che si rompono vengono aggiustati e, quando non è più possibile aggiustarli, diventano materie prime seconde per nuovi oggetti.

L’economia circolare è dunque un sistema economico che si basa sul riutilizzo dei materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

Il concetto di economia circolare si fa convenzionalmente risalire alla fine degli anni ‘ 70 quando accademici e uomini di affari iniziarono a discutere dell’argomento.

A dare impulso e divulgazione in Europa a questa nuovo approccio è stata la velista britannica Ellen MacArthur. Dopo avere battuto nel 2005 il record mondiale di circumnavigazione del globo in solitaria, ha interrotto a 33 anni la carriera per dedicarsi a tempo pieno alla battaglia a favore dell’ambiente. Nel 2010 ha dato vita alla Ellen MacArthur Foundation società no profit che lavora con aziende e istituzioni scolastiche per accelerare la transizione verso l’economia circolare con l’obiettivo di "Sostenere le persone creative e le istituzioni impegnate a costruire un mondo più giusto, verde, e pacifico".

I principi dell’economia circolare sono in netta antitesi con il tradizionale modello economico lineare, fondato sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Questo modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili e a basso prezzo. 

Oggi gli esseri umani producono molto di più rispetto alle epoche passate, di conseguenza consumano di più e generano una quantità maggiore di rifiuti, oltre a contribuire con i propri comportamenti all’innalzamento del livello di inquinamento globale e al surriscaldamento del pianeta.

L’economia circolare è un’economia capace di autorigenerarsi e procedere all’infinito con risorse finite.

Con economia circolare, dunque, si intende un modello di produzione e consumi che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile (fonte: Unione europea, 2016).

Un sistema in cui non esistono rifiuti, solo flussi di materiali biologici, che possono essere riassorbiti dalla biosfera, e di materiali tecnici da rivalorizzare, cioè trasformare in nuovi oggetti utili.

Questa è la chiave, perché in questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore

Appare evidente che l’economia circolare è qualcosa di più del riciclo dei rifiuti: è un concetto ampio che prevede un ambiente meno malato che sa utilizzare al meglio le risorse a propria disposizione. 

In pratica, si produce sempre a partire dallo stesso stock di risorse, eliminando le fasi di estrazione e dismissione. 

Il punto centrale è la conservazione del valore racchiuso nei prodotti e nelle materie prime, favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.

Il passaggio dall’economia lineare a quella circolare presuppone un cambio di mentalità a tutti i livelli: aziende, governi e individui, e aggiungo, soprattutto individui perché è dai cittadini che parte la spinta al cambiamento, abbiamo nelle nostre mani un grande potere per portare avanti questa rivoluzione verde rispettosa della madre Terra che ci ospita.

Pensiamo in maniera Olistica (olismo s. m. [der. del gr. ὅλος «tutto, intero, totale») avendo attenzione all’intero sistema, a questa complessa unità che è la Terra su cui viviamo, considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti. Questa Terra che abbiamo il dovere di consegnare guarita e rigenerata alle generazioni future.